mercoledì 29 luglio 2009

Sky garden


Forse una delle qualità maggiori di un architetto è proprio saper cogliere quali aspetti del costruire devono essere predominanti in un determinato periodo, non solo perché si adattano al gusto e alla moda (sempre passeggera e mai duratura) ma perché rispondono alle richieste di soddisfare particolari requisiti, anch'essi in continua mutazione ma per motivi meno futili della moda. In quest'ultimo caso e nel periodo che stiamo vivendo il requisito di efficienza energetica è diventato molto di più che una semplice dotazione di qualità, è sempre più una esigenza primaria e le normative, non solo italiane, vanno dritte verso standard di certificazione energetica degli edifici nuovi e restaurati perché si è capito, finalmente, che l'efficienza energetica è la strada più intelligente per la riduzione di consumi e quindi di costi.
I paesi compresi tra le fasce climatiche temperate hanno una grande fonte di energia rinnovabile che spesso non sfruttano, il sole. Per la produzione di energia elettrica e di acqua calda i sistemi fotovoltaici e solari hanno raggiunto un'ottima efficienza, ma esiste un altro metodo per l'uso, pur indiretto, di questa inestimabile fonte di energia, i giardini pensili o sky garden.



Nelle zone più irradiate del pianeta infatti anche storicamente i tetti hanno falde poco inclinate, se non proprio tetti piatti, trasformati spesso in terrazze, è quindi naturale pensare di usare questo spazio per la creazione di un giardino pensile. Quella però che in passato era uno sfizio si è rivelato essere una tecnologia molto più interessante e utile del previsto.
Gli studi scientifici eseguiti sui “tetti verdi” (“Sky garden” di Maurizio Corrado, “Progettare il verde” di Annibale Sicurella, “Roof gardens” di Philippe De Baeck) hanno mostrato diverse proprietà che oggi si potrebbero definire eco-sostenibili, per usare un termine fin troppo abusato, ma che ben si adatta.
Esistono ovviamente delle prescrizioni tecniche per progettare ottimamente un intervento del genere ma se seguite scrupolosamente (e la loro messa a punto è frutto di una vasta sperimentazione in Europa e Nord America) apportano diversi benefici alla qualità dell'ambiente interno ed esterno dell'edificio. Primo tra tutti sicuramente è il risparmio energetico dovuto al miglioramento delle caratteristiche termoisolanti della copertura. Studi canadesi hanno infatti dimostrato che 10 cm di manto erboso riducono del 25% il fabbisogno di condizionamento estivo dell'aria, con i risparmi che possiamo immaginare. L'attività di fotosintesi infatti assorbe gran parte della radiazione solare e determina un microclima costante capace di assorbire gli sbalzi termici dell'ambiente circostante, sia interno che esterno, con rendimenti molto alti rispetto ai tradizionali tetti in laterizio. Analogamente funziona per le facciate soprattutto inclinate, sistema che in passato era diffuso spesso in campagna dove le case venivano spesso ricoperte, almeno su una facciata esposta al sole, di edera rampicante che permetteva un'azione isolante oltre che estetica.



Ulteriori qualità sperimentate sono l'assorbimento delle polveri e dell'inquinamento, la capacita di ritenzione idrica e quindi i minori costi di smaltimento delle acque meteoriche (con conseguente minor intasamento delle reti fognarie specie durante episodi di forte intensità che mettono a dura prova i sistemi di raccolta provocando infiltrazioni), assorbimento acustico,
Negli ultimi anni si sono affinate molte tecniche che permettono di ridurre spessori, pesi e quindi costi di realizzazione delle opere pensili di verde sia estensivo che intensivo (creazione di veri e propri orti da coltivare). I sistemi SEIC, DAKU, PERLIGARDEN (usato da Renzo Piano nella realizzazione della Chiesa di Padre Pio) e OPTIMA sono solo alcuni dei brevetti realizzati che oggi permettono di utilizzare questa tecnologia con molteplici applicazioni e che si spera spingano gli architetti ad un'attenzione maggiore verso una soluzione ottimale e duratura che potrebbe rendere più verdi le nostre città.


California Academy of Sciences di Renzo Piano a San Francisco.

Nessun commento: